Il 31 marzo è stata scelta come data della giornata mondiale del backup. La scelta di questa data non è casuale, ma va a giocare con il significato che abbiamo dato al giorno successivo, ovvero il primo aprile. Questa giornata serve per ricordarci che i pesci d’aprile possono capitare in qualsiasi giorno dell’anno e conviene farsi trovare pronti. In questo post vedremo cos’è un backup e perché deve essere fatto. Inoltre cercheremo di capire come si fa un buon backup in modo da mettere in sicurezza i nostri dati.
Cos’è un backup?
Un backup è una seconda copia dei nostri file importanti. Sicuramente è impossibile dare una definizione di importante che vada bene per tutti, per cui prendi la lista che segue solo come un esempio e definisci la tua lista delle cose importanti.
- Foto della scorsa vacanza
- La bozza della tesi
- Delle email che devi ancora conservare
- Dei documenti di lavoro
- La lista dei tuoi contatti
Quindi un backup è una semplice copia?
Non proprio.
Innanzitutto questa copia dove essere fatta su un dispositivo diverso rispetto a quello che contiene i dati originali.
Se copi le foto della tua visita a Pompei dalla cartella visita-pompei
alla cartella visita-pompei-copia
hai si due copie delle foto, ma hai solo occupato inutilmente spazio sul tuo disco.
Infatti in caso di un guasto al tuo PC non riuscirai ad accedere né ad una copia né all’altra.
Un’altra caratteristica che distingue un backup da una copia è che al primo associamo un’etichetta temporale.
Per questo quando andiamo ad effettuare un backup delle fotografie scattate a Pompei avremo una cosa del genere visita-pompei-backup-2020-09
, visita-pompei-backup-2020-10
, visita-pompei-backup-2020-11
, ecc.
In questo modo sarà possibile ripristinare lo stato delle nostre foto ad un preciso istante temporale.
Perché dovrei eseguire un backup?
I backup vanno fatti perché a volte le cose, che lo vogliamo o no, vanno male. Dobbiamo convivere con questo dato di fatto e farci trovare pronti. Non ci credi? Ecco qualche esempio di cose andate male, i cui effetti sono stati accentuati dall’assenza di backup.
- I supporti che ospitano i nostri dati possono rompersi o prendere fuoco.
- Perdere un notebook non è mai un’esperienza positiva, ma se esso contiene l’unica copia della tua tesi di laurea diventa un vero dramma.
- Molto spesso i dati sono un bene immateriale che ha un valore superiore ai beni materiali.
Potrei continuare la lista con tanti altri esempi, ma sono sicuro di averti già convinto.
Ma non basta la sincronizzazione con il cloud?
Sincronizzare i dati con il cloud è sicuramente una buona cosa per quanto riguarda la preservazione degli stessi1, ma nonostante ciò non può essere considerato un vero e proprio backup.
Un utilizzo tipico della sincronizzazione tramite cloud prevede di replicare le modifiche effettuate sui dati da un dispositivo A
ad un altro dispositivo B
lasciando un’ulteriore copia anche sul cloud stesso.
Quindi, per quello che ci siamo detti, sicuramente stiamo effettuando una copia su un altro dispositivo, ma non stiamo associando a questa copia nessuna etichetta temporale.
Cosa succederebbe se dopo un mese ci accorgessimo di aver eliminato un file per sbaglio? È ancora possibile recuperarlo attraverso il cloud? E se me ne accorgo dopo tre mesi?
A seconda del servizio di sincronizzazione specifico può essere possibile o meno recuperare delle vecchi versioni di un file. Il problema sta nel fatto che non siamo noi a decidere se conservare o meno le vecchi versioni, ne per quanto tempo conservarle. Per questo motivo un servizio di sync è sicuramente meglio di niente, ma non può sostituire un backup.
Ogni quanto tempo devo eseguire un backup?
Prima di rispondere a questa domanda vorrei chiarire un aspetto; prevenire completamente la perdita di dati è impossibile. Il nostro obbiettivo consiste nel ridurre quanto più possibile la probabilità di perdere dati e nel caso di perdite ridurre al minimo la quantità di dati persi. Fatta questa dovuta precisazione passiamo alla risposta: dipende.
Non esiste una strategia di backup universale che va bene per tutti. Ognuno ha le sue esigenze e quindi dovrà eseguire i backup in modo diverso. Come linea di principio diciamo che quanto più i dati sono vivi e importanti, quanto più spesso conviene fare i backup. Poi quant’è effettivamente questo spesso dipende da te. Per alcuni spesso potrebbe essere ogni settimana, per altri ogni ora.
Un altro parametro che dipende molto dalle esigenze personali è: per quanto tempo conservare i backup. Anche i questo caso consigliare di conservare un backup per sei mesi non ha molto senso. In base alla tipologia di dati e alle nostre esigenze quei sei mesi potrebbero essere sia un intervallo lunghissimo che brevissimo. In questo caso una linea guida è quello di avere backup più fitti per i gli istanti più prossimi e man mano che si allontanano avere dei backup meno fitti. Per intenderci, potrebbe avere senso conservare un backup per ognuno degli ultimi sette giorni, uno per ognuna delle ultime quattro settimane e uno per gli ultimi sei mesi.
Sembra molto complicato, e se mi dimentico?
Ti dimenticherai sicuramente di eseguire un backup e hai ragione, gestendo manualmente questo processo ci si perde la testa, ma per fortuna abbiamo i computer e possiamo affidarci a loro. Esistono molti programmi validi e, molto spesso, gratuiti (come Borg) che permettono di automatizzare sia il processo di backup vero e proprio sia il processo di eliminazione dei vecchi backup. In questo modo una volta configurati questi software possiamo dimenticarci della loro esistenza dormendo sogni tranquilli.
C’è qualche altra cosa che dovrei sapere?
Un’altra nozione utile è quella della regola 3-2-1. Questa regola di backup si basa su tre principi:
- avere almeno tre copie dei dati
- conservare i dati su almeno due tipi di supporti
- avere almeno una copia dei dati off-site
Il primo principio ci dice che oltre ai dati originali dobbiamo averne almeno altre due copie. In questo modo per perdere tutto devono verificarsi tre guasti a tre dispositivi diversi contemporaneamente. Il secondo principio ci dice che dobbiamo copiare i nostri dati su almeno due supporti basati su tecnologie differenti. Questo perché dispositivi simili tendono ad avere una vita simile e quindi a rompersi in contemporanea. L’ultimo principio prevede di conservare almeno una copia dei nostri dati in un luogo diverso rispetto alle altre due. Quindi per esempio a casa dei tuoi genitori/nonni o in cloud.
Un altro accorgimento importante, sopratutto per i backup off-site, è quello di cifrare i backup. Non si può mai sapere.
Infine è importante verificare di tanto in tanto che i tuoi backup funzionino correttamente. Quando hai tempo prova a simulare la rottura del tu hard disk e prova a recuperare i dati “persi” attraverso un backup. Ci sei riuscito? Benissimo, vuol dire che il tuo backup funziona!
Qui si aprirebbe una parentesi immensa per quanto riguarda la privacy, ma questa non è il tempo adatto per aprirla. ↩︎